Il cuore del bilinguismo
La Teoria dell’Iceberg di Cummins per capire il bilinguismo
10/26/2024


Che cos'è la teoria dell’Iceberg di Cummins?
Essere bilingui non significa semplicemente conoscere due lingue in modo separato. Secondo Cummins, il bilinguismo può essere spiegato attraverso la Teoria dell’Iceberg, che ci aiuta a comprendere come le competenze linguistiche si sviluppino e interagiscano tra loro.
L’analogia dell’Iceberg: cosa significa?
Proprio come un iceberg mostra solo una piccola parte in superficie, Cummins paragona lo stato di bilinguismo a questa immagine. Secondo il suo modello, una persona bilingue presenta due punte di iceberg in superficie (una per ogni lingua), ma al di sotto della superficie queste due punte condividono un’unica base comune, definita da Cummins “base comune di competenza”.
La base comune di competenza: il cuore del bilinguismo
Secondo Cummins, ogni lingua possiede caratteristiche distintive (pronuncia, vocabolario, grammatica) che permettono di parlare, leggere e scrivere. Tuttavia, alla base di queste caratteristiche si trova un'abilità cognitiva condivisa tra tutte le lingue conosciute, che struttura e facilita l'apprendimento linguistico.
In altre parole, quando parliamo in italiano o in arabo, utilizziamo lo stesso database di informazioni cognitive per entrambe le lingue. Questo spiega perché lo sviluppo della prima lingua influisce positivamente sull’acquisizione di una seconda lingua.
Implicazioni della teoria di Cummins
Cummins suggerisce che, per ottenere un buon rendimento nella seconda lingua, è fondamentale possedere un livello minimo di conoscenza linguistica e concettuale nella prima lingua. Una volta stabilita una solida competenza nella lingua madre, lo studente può trasferire le conoscenze pregresse nella nuova lingua, facilitandone l’apprendimento.
Il ruolo del supporto nella prima lingua
Nel nostro caso, quindi, diventa fondamentale coltivare e apprendere la lingua araba per riuscire a crescere e a sviluppare al meglio l'italiano. Un continuo sostegno allo sviluppo della prima lingua non ostacola, ma anzi rafforza, l’acquisizione di una seconda lingua. Questa teoria sottolinea l’importanza di mantenere e coltivare la lingua madre, poiché fornisce una base stabile su cui costruire nuove competenze linguistiche.